L’intelligenza artificiale fornisce un nuovo strumento per studiare le specie estinte 50.000 anni fa

I ricercatori Beatrice Demarchi dell’Università di Torino, Josefin Stiller dell’Università di Copenaghen e Matthew Collins dell’Università di Cambridge e dell’Università di Copenaghen condividono la loro storia AlphaFold.

I segni di bruciature sugli antichi gusci d’uovo potrebbero spiegare la scomparsa del gigantesco uccello incapace di volare Genyornis newtoni? Questo “uccello del tuono” delle dimensioni di uno struzzo, soprannominato “l’anatra demone della sventura” per la sua enorme testa, scomparve dalla documentazione fossile australiana circa 50.000 anni fa. La scoperta di gusci d’uovo bruciati ha portato gli scienziati, tra cui un team di scienziati guidato da Gifford Miller dell’Università del Colorado Boulder, a proporre che la loro estinzione sia stata causata dai primi esseri umani che mangiavano le loro uova.

Ma le prove non erano chiare. I gusci d’uovo bruciati sembravano troppo sottili per provenire da un uccello così grande. Non provenivano da qualcosa di molto più piccolo, più grande di un grosso tacchino?

Per determinare se Genyornis si è estinto a causa dell’intervento umano, gli scienziati dovevano dimostrare che i frammenti di guscio bruciati provenivano effettivamente da uova deposte da Genyornis. Ciò ha portato a un nuovo problema. Il DNA contenuto in questi gusci d’uovo era morto durante i loro 50.000 anni nelle calde sabbie del deserto australiano. I ricercatori si sono invece rivolti alle proteine ​​e all’intelligenza artificiale per colmare le lacune.

Ci è voluto un team veramente multidisciplinare, che comprendesse specialisti nelle proteine ​​dei fossili antichi, nella genetica degli uccelli, nell’archeologia e altro ancora, per decifrare il codice del guscio d’uovo e scoprire cosa ha portato alla scomparsa dell’uccello del tuono. Avviso spoiler: le prove suggeriscono che queste grandi uova evidentemente gustose erano effettivamente quelle di Genyornis.

Leggi l’articolo completo di Beatrice, Josefin, Matthew e colleghi in Atti dell’Accademia Nazionale delle Scienze.

Fonte: deepmind.google

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