OpenAI Questa settimana ha fatto scalpore con la sua coraggiosa affermazione davanti a una commissione parlamentare britannica secondo cui sarebbe “impossibile” sviluppare i principali sistemi di intelligenza artificiale di oggi senza utilizzare grandi quantità di dati protetti da copyright.

La società ha sostenuto che strumenti avanzati di intelligenza artificiale come ChatGPT richiedono una formazione così ampia che aderire alla legge sul copyright sarebbe del tutto impraticabile.

Nella testimonianza scritta, OpenAI dichiarato che tra le leggi espansive sul copyright e l’ubiquità dei contenuti online protetti, “praticamente ogni tipo di espressione umana” sarebbe vietata per l’addestramento dei dati. Dagli articoli di notizie ai commenti sui forum fino alle immagini digitali, sono pochi i contenuti online che possono essere utilizzati liberamente e legalmente.

Secondo OpenAI, i tentativi di creare un’intelligenza artificiale capace evitando al tempo stesso la violazione del copyright fallirebbero: “Limitare i dati di addestramento a libri e disegni di pubblico dominio creati più di un secolo fa… non fornirebbe sistemi di intelligenza artificiale in grado di soddisfare le esigenze dei cittadini di oggi”.

Pur difendendo le sue pratiche come conformi, OpenAI ha ammesso che le partnership e gli schemi di compensazione con gli editori potrebbero essere garantiti per “sostenere e dare potere ai creatori”. Ma la società non ha fornito indicazioni sull’intenzione di limitare drasticamente la raccolta di dati online, compresi giornalismo e letteratura a pagamento.

Questa posizione ha aperto OpenAI a molteplici cause legali, anche da parte di media come il New York Times presunto violazioni del diritto d’autore.

Ciononostante, OpenAI non sembra disposta a modificare radicalmente i suoi processi di raccolta e formazione dei dati, dati i vincoli “impossibili” che i limiti di copyright autoimposti comporterebbero. L’azienda spera invece di fare affidamento su interpretazioni ampie delle quote di fair use per sfruttare legalmente vaste aree di dati protetti da copyright.

Mentre l’intelligenza artificiale avanzata continua a dimostrare capacità straordinarie nell’emulare l’espressione umana, gli esperti legali si aspettano vigorose battaglie in tribunale sulla violazione da parte di sistemi intrinsecamente progettati per assorbire enormi volumi di testo protetto, media e altri risultati creativi.

Per ora, OpenAI sta scommettendo contro i massimalisti del copyright a favore di una copia quasi illimitata per guidare lo sviluppo continuo dell’IA.

(Fotografato da Levart_Fotografo SU Unsplash)

Guarda anche: Il GPT Store di OpenAI verrà lanciato la prossima settimana dopo alcuni ritardi

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Fonte: www.artificialintelligence-news.com

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