
Un nuovo rapporto da Cappello Rosso rileva che l’89% delle aziende non ha ancora ricavato alcun valore per il cliente dalle proprie attività di intelligenza artificiale. Tuttavia, le organizzazioni prevedono un aumento del 32% degli investimenti nell’intelligenza artificiale entro il 2026.
Dal sondaggio emerge che l’intelligenza artificiale e la sicurezza saranno le principali priorità IT congiunte per le organizzazioni del Regno Unito nei prossimi 18 mesi, con il 62% degli intervistati che le cita come necessarie. Seguono le strategie ibride o multi-cloud e la virtualizzazione, che mostrano una chiara direzione nel focus tecnologico delle imprese britanniche.
Tuttavia, il percorso verso l’integrazione dell’intelligenza artificiale non è semplice. La stragrande maggioranza delle organizzazioni si trova ad affrontare ostacoli all’adozione, e gli elevati costi di implementazione e manutenzione rappresentano la principale preoccupazione per il 34% degli intervistati. I problemi di privacy e sicurezza dei dati sono al secondo posto, preoccupando il 30%, mentre il 28% ha difficoltà con l’integrazione dell’intelligenza artificiale nei sistemi esistenti.
Un risultato particolarmente interessante è la prevalenza della “shadow AI”, con l’83% delle organizzazioni che segnalano l’uso non autorizzato di strumenti di AI da parte dei dipendenti. Ciò suggerisce una disconnessione tra la strategia IT ufficiale e le pratiche quotidiane della forza lavoro, introducendo potenzialmente rischi e inefficienze per la sicurezza.
Nel tentativo di affrontare queste sfide, le organizzazioni del Regno Unito si rivolgono sempre più al software open source. Il sondaggio rivela che l’84% degli intervistati considera l’open source aziendale importante per la propria strategia di intelligenza artificiale, con cifre altrettanto elevate per virtualizzazione, ibrido e multi-cloud e sicurezza.
Joanna Hodgson, Country Manager del Regno Unito presso Red Hat, ha dichiarato: “I risultati del sondaggio britannico di quest’anno mostrano il divario tra ambizione e realtà. Le organizzazioni stanno investendo sostanzialmente nell’intelligenza artificiale, ma attualmente solo poche stanno offrendo valore al cliente. Nel percorso dalla sperimentazione alla produzione sostenibile, la conoscenza aziendale e l’integrazione con i sistemi aziendali devono aprire la strada per ottenere valore dall’intelligenza artificiale.
“L’apertura è una forza per una maggiore collaborazione, la condivisione delle migliori pratiche e la flessibilità. Come nel caso degli investimenti di successo nel cloud ibrido, l’open source continuerà a essere il fondamento per rendere l’intelligenza artificiale più consumabile e riutilizzabile.”
L’indagine ha inoltre esplorato le aree specifiche dell’IA a cui viene data priorità. Agentic AI, che coinvolge sistemi in grado di funzionare con un elevato grado di autonomiaè la massima priorità per il 68% degli intervistati. A ciò segue il desiderio di consentire un’ampia adozione da parte dei dipendenti e di rendere operativa l’intelligenza artificiale.
Il divario di competenze rimane una sfida persistente, con l’intelligenza artificiale che rappresenta l’area di preoccupazione più urgente per il secondo anno consecutivo. Nel campo dell’intelligenza artificiale, la carenza di talenti è più acuta nell’intelligenza artificiale degli agenti, nella capacità di utilizzare in modo efficiente le capacità dell’intelligenza artificiale e nell’educare l’azienda in generale su come utilizzare l’intelligenza artificiale.
Nonostante queste sfide interne, c’è un forte senso di ottimismo riguardo alla posizione del Regno Unito sulla scena globale dell’IA. L’83% degli intervistati ritiene che il Regno Unito sia già una potenza globale nel campo dell’intelligenza artificiale o abbia il potenziale per diventarlo entro i prossimi tre anni. Tuttavia, questa fiducia è mitigata dalla mancanza di canali di talento, da finanziamenti pubblici limitati e da un impegno insufficiente del settore privato, che sono visti come i principali fattori che impediscono al Regno Unito di estrarre valore dall’intelligenza artificiale.
Il rapporto tocca anche le complessità dell’adozione del cloud, ulteriormente complicata dall’integrazione dei carichi di lavoro dell’intelligenza artificiale. I silos interni, le preoccupazioni sulla sovranità e il ritorno sugli investimenti poco chiaro continuano a rappresentare ostacoli. In risposta, le organizzazioni del Regno Unito stanno dando priorità al controllo operativo e all’autonomia, alla sicurezza della catena di fornitura del software e al mantenimento della flessibilità nella scelta dei fornitori IT.
Hans Roth, SVP e GM per l’area EMEA di Red Hat, ha commentato: “Le organizzazioni desiderano un maggiore controllo operativo e una maggiore resilienza dell’IT per adattarsi a un mondo in continua disruption. I risultati del sondaggio, così come le nostre conversazioni quotidiane, mostrano che la sovranità è in primo piano nell’agenda delle strategie cloud in corso nelle aziende e le opportunità nascenti dell’intelligenza artificiale.
“L’open source è fondamentale per questo cambiamento poiché fornisce alle aziende la trasparenza e la flessibilità necessarie per innovare rapidamente senza compromessi”.
I risultati dell’ultimo sondaggio di Red Hat mostrano che il Regno Unito è pronto a sfruttare il potenziale di valore dell’intelligenza artificiale, ma sta anche lottando con gli aspetti pratici dell’implementazione, con la carenza di competenze e con le complessità dell’ambiente tecnologico. La forte enfasi sull’open source suggerisce un approccio pragmatico, che supporti la collaborazione e la flessibilità nel perseguimento dell’innovazione guidata dall’intelligenza artificiale.
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Fonte: www.artificialintelligence-news.com