![Penguin Random House afferma che nei suoi registri non figura alcuna formazione sull'intelligenza artificiale
| Intelligenza-Artificiale Penguin Random House afferma che nei suoi registri non figura alcuna formazione sull'intelligenza artificiale
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Penguin Random House (PRH) ha compiuto un passo significativo in risposta alle crescenti preoccupazioni sull’uso della proprietà intellettuale per addestrare i sistemi di intelligenza artificiale.
L'editore ha introdotto una nuova dichiarazione alle pagine di copyright sia dei libri nuovi che di quelli ristampati, affermando: “Nessuna parte di questo libro può essere utilizzata o riprodotta in alcun modo allo scopo di addestrare tecnologie o sistemi di intelligenza artificiale”. Questa modifica è integrata da una sezione che esclude le opere di PRH dall'eccezione di data mining e testo dell'Unione Europea, in conformità con le leggi applicabili sul copyright.
Essendo uno dei primi grandi editori ad affrontare esplicitamente la questione della formazione sull'intelligenza artificiale, PRH sta rispondendo al dibattito più ampio su come le aziende tecnologiche utilizzano contenuti protetti da copyright per addestrare modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), come quelli utilizzati nei chatbot e altri strumenti di intelligenza artificiale. Negli ultimi anni gli editori sono diventati sempre più preoccupati per il possibile uso improprio della loro proprietà intellettuale, soprattutto dopo che sono emerse notizie secondo cui libri protetti da copyright venivano utilizzati da aziende di intelligenza artificiale per migliorare queste tecnologie.
La mossa di PRH di modificare la propria pagina sul diritto d'autore è un tentativo di proteggerne il contenuto in anticipo, anche se tali commenti non hanno alcuna attinenza con la struttura legale del diritto d'autore. Le clausole funzionano in modo simile a un file “robots.txt”, che i siti Web utilizzano per richiedere che il loro contenuto non venga cancellato da bot o sistemi di intelligenza artificiale. Sebbene questi avvisi indichino l'intento dell'editore, non sono legalmente vincolanti e le protezioni del copyright esistenti si applicano in assenza di tali dichiarazioni di non responsabilità.
La mossa di PRH sottolinea anche la tensione in corso tra i creatori di contenuti e l'industria dell'intelligenza artificiale, poiché sempre più autori, editori e altri creativi chiedono protezioni più forti. La Authors' Licensing and Collecting Society (ALCS) ha espresso apertamente il suo sostegno alle azioni di PRH. Barbara Hayes, CEO di ALCS, ha espresso approvazione per il linguaggio aggiornato sul copyright, sottolineando la necessità che gli editori proteggano le loro opere dall'uso non autorizzato nella formazione sull'intelligenza artificiale.
Tuttavia, alcuni sostengono che la semplice modifica delle pagine protette da copyright potrebbe non essere sufficiente. La Society of Authors (SoA) plaude agli sforzi di PRH, ma ritiene che sia necessario fare di più per garantire che i diritti degli autori siano adeguatamente protetti. Anna Ganley, CEO di SoA, ha invitato gli editori ad andare oltre queste dichiarazioni e a incorporare protezioni esplicite nei contratti con gli autori, assicurandosi che gli scrittori siano informati prima che il loro lavoro venga utilizzato in iniziative legate all’intelligenza artificiale.
Con l’avanzare dell’intelligenza artificiale, il dibattito sull’utilizzo di contenuti protetti da copyright è lungi dall’essere concluso. L'azione di PRH potrebbe annunciare un cambiamento più ampio nel settore editoriale, ma resta da vedere come reagiranno gli altri editori e il sistema legale.
(Immagine di StockSnap)
Vedi anche: Gap nella governance dell’intelligenza artificiale: il 95% delle aziende non ha implementato framework
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Fonte: www.artificialintelligence-news.com