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Nella raffinata atmosfera della Londra del XVIII secolo, alcuni pionieri intrapresero una ricerca che avrebbe cambiato per sempre la nostra comprensione dei dati e delle statistiche. John Arbuthnotun illustre medico e matematico scozzese, intraprese un viaggio straordinario, spinto da un’insaziabile curiosità per scandagliare le complessità dei documenti di nascita. Non si rendeva conto che la sua curiosità avrebbe gettato le basi per una rivoluzione statistica.

Nascono più maschi che femmine?

Questa era la domanda semplice che incuriosiva John Arbuthnot nel XVIII secolo. Voleva capire se ci fosse un motivo per cui sembrava che nascessero più maschi che femmine. La sua curiosità lo ha portato ad analizzare molti documenti di nascita di Londra nel corso di molti anni. In sostanza, stava cercando di capire se ci fosse qualcosa di naturale o casuale in questo modello, o se potesse esserci una spiegazione più profonda per la differenza nel numero di nascite maschili e femminili.

Gli sforzi di raccolta dati di Arbuthnot furono notevoli. Per diversi decenni, dal 1629 al 1710, raccolse dati sulle nascite a Londra. Questi record hanno fornito una fonte di dati ricca e affidabile, catturando una parte significativa della popolazione.

La dedizione di Arbuthnot all’accumulazione di questi dati storici sulle nascite gettò le basi per la sua analisi successiva. Questa vasta raccolta di documenti gli ha fornito l’opportunità di indagare sulle tendenze nel rapporto tra i sessi delle nascite, ponendo le basi per la sua innovativa analisi statistica.

L’indagine di Arbuthnot sul rapporto naturale tra i sessi delle nascite ha costituito il nucleo del suo studio. Ha ipotizzato che in una popolazione il rapporto tra nascite maschili e femminili dovrebbe essere approssimativamente uguale. In altre parole, ha ipotizzato che nel lungo periodo non dovrebbero esserci pregiudizi significativi verso un genere rispetto all’altro.

Questa ipotesi affonda le sue radici nell’idea di un equilibrio “naturale” nel numero di figli maschi e femmine, che, se…

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