Il concetto di mappa ad albero
La “mappa ad albero” è stata introdotta da Ben Shneiderman presso l’Università del Maryland all’inizio degli anni ’90¹. In poche parole, è un modo efficace per visualizzare i dati gerarchici come un insieme di rettangoli nidificati. Sebbene il concetto sia semplice, la disposizione dei rettangoli è soggetta a preferenze estetiche e sono stati sviluppati vari algoritmi di disposizione per migliorare l’aspetto del layout finale.
Meccanica della mappa ad albero
Data una gerarchia, una mappa struttura rappresenta ciascun ramo della gerarchia come un rettangolo, che viene quindi affiancato da rettangoli più piccoli che rappresentano i sottorami. Lo spazio in una mappa ad albero è diviso in base a un attributo specifico dei dati (spesso dimensione o valore) e l’area di ciascun rettangolo corrisponde alla grandezza dell’attributo, semplificando il confronto di diverse parti della gerarchia.
Per tenere conto della disposizione dei rettangoli, ecco alcuni degli algoritmi comuni che governano la costruzione e l’aspetto finale di una mappa ad albero:
- Mappe ad albero squadrate²: crea rettangoli il più vicino possibile ai quadrati regolando le proporzioni dei rettangoli
- Strip Treemaps³: dispone i rettangoli in strisce, orizzontalmente o verticalmente, in base alla gerarchia dei dati
- Slice-and-Dice⁴: alterna le divisioni orizzontali e verticali in modo semplice ma può creare rettangoli allungati
Funzionalità della mappa ad albero
- Proporzioni: la dimensione di ciascun rettangolo è proporzionale al punto dati che rappresenta, consentendo una rapida identificazione di elementi più grandi e più piccoli
- Linee e colori: l’uso intelligente dei bordi, delle dimensioni e del colore dei bordi e dei buffer può delineare i livelli gerarchici mentre i colori del contenitore vengono spesso utilizzati per rappresentare diverse dimensioni dei dati
- Efficienza spaziale: mappe ad albero…
Fonte: towardsdatascience.com